
Quasi tutto ancora da vivere
Tribunale di Bologna, Marzo 1975. Stefania Chiusoli (autrice del libro e protagonista in prima persona di questa vicenda narrata) si trova in aula dove il marito, importante avvocato penalista, è incaricato di difendere un giovane nuorese accusato di omicidio. Il ragazzo, Virgilio Floris, verrà condannato all'ergastolo (commutato successivamente in 22 anni di detenzione che saranno scontati in diverse carceri italiane: Bologna, Favignana, Fossombrone, Pianosa, Porto Azzurro, Nuoro....) ma lo sguardo di quel giovane sardo fulminerà Stefania che da quel momento non sarà più la stessa. Abbandonerà la vita precedente, si separerà dal marito crescendo da sola i suoi tre figli, probabilmente lascerà il suo incarico di insegnante lavorando come free lance per la RAI. Il fulcro della narrazione della vita e dei pensieri di Stefania saranno i continui scambi epistolari con Virgilio, i colloqui in carcere, qualche incontro rubato, le innumerevoli poesie che i due si scambiano. Nel mese di giugno del 1997 Virgilio avrà la libertà condizionata e Stefania raccogliendo la loro fittissima corrispondenza scriverà la loro storia d'amore. Nel 2003 Stefania e Virgilio si sposeranno. Questa poesia in esergo condensa lo spirito di questa donna straordinaria: "Io voglio andare con l'uomo che amo. Non voglio sapere quanto costa, non voglio sapere se faccio bene o faccio male"_Bertold Brecht