Bestie affamate
Chi è l’hominus herectus? È un uomo non particolarmente brutto, basso sotto la media, decisamente peloso e un po’ sovrappeso, qualità fisiche che, in contrasto con l’estetica comune, arginano l’oggetto di queste attenzioni in quel grossolano recinto che è l’essenza della mediocrità. Nonostante, o forse proprio a causa di questa mediocrità terribilmente esibita, Mattia si perde nella giostra di un amore che lo svuota e lo tortura. Un amore curvo che accende il mondo, gli oggetti e gli agenti, di vita propria. Questa relazione si svolge in una Bologna protagonista quanto i suoi personaggi, la cui varia umanità è impietosamente scansionata e raccontata dall’occhio di Mattia, artista alla fine della sua carriera da studente: la vita universitaria, l’Accademia di Belle Arti, i locali, le feste, gli amici. Intorno, un microcosmo che sta tutto nella sua testa, fatto di crisi esistenziali, superstizioni, sindrome del foglio bianco e personaggi che escono dalla carta per metterlo in guardia dall’ennesima delusione. Ironia, acume e un’irresistibile vena sensuale e anarchica, fanno di “Bestie affamate” un romanzo che spiazza fino a sconvolgere e diverte fino alle lacrime.