Nella voce di un bimbo l'eco di tante voci, nel suo sguardo l'immediatezza e la nostalgia di molti sguardi, di quella gente di paese la cui infanzia si ricompone assieme all'infanzia di quel bimbo e alle immagini di un borgo dove la vita, fra gli anni Trenta e Quaranta, fluiva ancora lenta, scandita com'era dal ritmo di occupazioni stagionali, feste, rintocchi tristi o lieti di campane e svaghi semplici. Leggere di seguito le pagine di questo "diario" permette di capire al volo, senza inutili orpelli, che cosa significava crescere nella dimensione ancora rurale della "vecchia" Castano, prima che l'accelerazione industriale e consumistica del dopoguerra e, più ancora, del nostro tempo spazzasse via dai dintorni campi, vigne, rogge pulite e, probabilmente, una ben diversa idea di "uomo" e di "umanità". Il diario pare quasi simmetricamente distendersi tra il racconto del "primo" giorno di scuola e quello dell'ultimo" ma, in realtà, fugge per liberi percorsi, avanti o indietro nell'arco di tempo posto tra la partenza e l'approdo e proprio così evita le secche del cronachismo, l'aridità di un puro elenco o repertorio di cose accadute. L'autore, infatti, ha lasciato agire la memoria degli affetti per evocare molteplici tasselli - il mercato, l'oratorio, la chiesa, le contrade di paese, il cinema, il canale, le cascine...- che si snodano con una sostanziale unità di motivi, di tonalità, di stile (all'insegna di una patina "popolare" garbata e di una musicalità volutamente "sottotono" eppure avvolgente, come in un quadro possono esserlo dei colori "pastello" impressi però con scioltezza e decisione). Tratto dalla presentazione del libro a firma di Walter Genoni
Editore
IL PAPIRO
Anno
1999
Genere