Cinque racconti, tra le cose concrete e la fantasia. L'Autore ha preferito, anche questa volta, costruire dal vero, e ricorrere, anziché alla libertà nella invenzione, alla liberta, nella rielaborazione. Quella sostanza di cose che la memoria ha conservato, il tempo l'ha sfrondata e arricchita. Le ha tolto notizie d’importanza magari trascurabile e magari, nel momento, valide. Ma ha aggiunto novità di visuali e di interpretazioni e anche — nel riviverla — novità di emozioni. Non sempre la fantasia è costretta dalla rielaborazione. Altre volte le è lasciato più spazio: come nella storia del compagno — nel racconto omonimo — che però è inserita, essa pure, in un contesto veritiero: il ritrovo degli amici del corso universitario. In parallelo quindi, lo svolgimento di due temi, uno di ricordo e uno di invenzione. «Zia Maria» non è un racconto; è una foto ricordo. Una breve osservazione, e una più duratura emozione. Anche le ultime pagine del libro non sono racconto. «La pietra dura e squadrata....» è il commiato dal padre. Potrebbe esserci continuità in queste pagine e i capitoli che seguono vorrebbero segnare momenti differenti di una unica esperienza.
Autore
Editore
Ceschina
Anno
1973
Genere