Tilahun e Zenebech sono nati in Etiopia, un Paese stremato da carestie, siccità e rivolte sanguinose. A tre anni, Tilahun viene abbandonato dalla madre troppo povera per sfamarlo, mentre la famiglia della piccola Zenebech viene sterminata da un gruppo di soldati. Quando arrivano in Italia adottati da una famiglia di Genova, sembrano già dei piccoli adulti. Al posto dell'album di foto d'infanzia hanno soltanto i loro ricordi: dell'Africa, della perdita dei famigliari, della tragedia della guerra civile, della vita in orfanotrofio. Emilia Marasco, la madre adottiva, non soltanto offre loro una nuova casa, una nuova famiglia, una nuova vita, ma anche la possibilità di dimenticare. "volevo che i miei figli fossero certi di poter consegnare a me il loro bagaglio di preziosi cocci, l'unico bagaglio con cui sono arrivati da Addis Abeba. Prendevo appunti, sarei stata la loro memoria. Man mano che mi consegnavano la loro storia, come uccellini si spogliavano del vecchio piumaggio, e rapidamente assumevano nuovi modi di parlare, di muoversi, costruivano una nuova relazione con il mondo e dimenticavano. Una volta Zene al termine di una rievocazione particolarmente drammatica mi ha detto: 'Non raccontarmelo, mamma, quando sarò grande e me ne sarò dimenticata'. Cercavo di essere la loro memoria, ma la memoria è impossibile, proprio come avere le fotografie mai scattate dell'infanzia."
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Maria Teresa Bartolomei
07 marzo 2024
La memoria impossibile
Ho letto il libro poco dopo la sua pubblicazione . Storia di un'adozione felice, molto coinvolgente, scritta con sensibilità e amore. Propone una lettura da una prospettiva diversa rispetto al solito sull'esperienza di adozione, dove prevale per lo più l'esigenza di garantire ai figli adottivi il legame con la propria vicenda e cultura originaria. L'esperienza della scrittrice testimonia la capacità di ascolto dei bambini, la reale empatia con il loro vissuto e il conseguente rispetto del loro desiderio di andare verso il futuro con occhi e cuore nuovi.