Io piangio a Brescia-Auschwitz. Dieci milioni per finire su un marciapiede

(2017)
Di Biffi, Sandro
Libro inserito da Brescia si Legge - Revisionato da Fedegis
5(1 recensioni)

“Io piangio a Brescia-Auschwitz” è un romanzo-inchiesta, ovvero uno di quei libri che, mentre raccontano una storia vera cercando di far capire i punti di vista dei personaggi, provano anche a puntare i riflettori su ciò che di torbido e pericoloso ruota attorno all’argomento principe, il vero protagonista indiscusso. In questo caso, i temi su cui è imperniato questo libro ispirato a una storia vera sono la prostituzione e lo sfruttamento, l’inganno e le sevizie che subiscono migliaia di ragazze provenienti da ogni parte del mondo. Il risultato è un romanzo sociale che, portandoci indietro di alcuni anni, racconta un fenomeno mutevole nelle esteriorità ma – in fondo – sempre uguale. Perché la protagonista è solo una delle tante, tantissime donne che vivono sulle nostre strade, lungo le buie provinciali e negli spiazzi isolati a lato delle carreggiate. È solo una delle tantissime donne (tra loro anche donne trans) che vivono segregate in appartamenti, spostate di città in città per essere messe al servizio delle voglie di clienti incuranti di avere a che fare con donne sfruttate.

Dettagli


Autore
Biffi, Sandro
Editore
La Vita Felice
Anno
2017
Codice ISBN
9788893461948
Genere
Romanzo

Recensioni


5(1 recensioni)
B
Brescia si Legge Brescia si Legge

19 aprile 2023

Uno scioccante romanzo-inchiesta sullo sfruttamento sessuale a Brescia

In queste 200 pagine e poco più, sono due gli argomenti principali che legheranno il lettore al libro: da una parte, l’amore incondizionato di un uomo per una giovane ragazza e la sua voglia di salvarla da un lavoro che la obbliga a stupri quotidiani. Dall’altra parte l’orrore, il disprezzo, le minacce che tutte quelle donne che vediamo lungo le strade, di notte, subiscono ogni santo giorno dalle loro madame. Il lettore scoprirà che la maggior parte delle prostitute non fa il mestiere per scelta ma che tutte queste donne vengono portate in Italia con l’inganno di un lavoro serio.

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