Nella Napoli dell'Ottocento tra Caponapoli e Capodimonte si dipana la storia dello sfortunato medico Ferdinando Palasciano: chirurgo scrupoloso al "Gesù e Maria", volontario eroico all'ospedale degli "Incurabili" durante la peste, senatore per tre legislature. Il romanzo ci racconta con grande intensità per voce della moglie Olga la vicenda nel tratto finale della vita di Palasciano quando lei Olga deve prendere la decisione del ricovero al manicomio di Villa Fleurent. Con varie sequenze temporali non lineari per noi lettori ma lineari nel tempo mentale del protagonista Ferdinando, l'autrice ci conduce nella prospettiva degli amici della coppia - il pittore Dalbono, il biologo Ciccillo, il patologo Consalvo, il deputato Ranieri amico di Leopardi - i quali dalla Torre di Capodimonte col profilo merlato, a imitazione del fiorentino Palazzo Vecchio, e dal giardino con l'esedra, sorvegliano l'impossibile guarigione, il ritorno alla normalità dopo le dimissioni dalla casa di cura. In una Napoli lontana dal mare e dalla musica, inseguiamo anche noi fino alla fine del tempo di Ferdinando le vite segnate da sventure e riscatti di numerose persone: i domestici Isidoro e Carmelina, la madre Rafilina, suor Patrizia. Una trama di addio che è diventata una dinamica trama di vita.