Il romanzo “Boomerang” sotto forma di diario, presenta l’altro aspetto del fenomeno dell’emigrazione femminile, spesso trascurato: il triste destino dei bambini, chiamati “orfani bianchi”, le cui madri sono venuti a lavorare in Italia. Tra di essi c’è Elena, la commovente voce narrante del romanzo. Rimasta sola dopo la partenza della madre in cerca di un lavoro in Italia, Elena è costretta ad affrontare una realtà che non solo cancella in un istante la sua infanzia, ma la costringe ad affrontare delle dure prove. Piccola e indifesa, la ragazza cerca di ricostruire una parvenza di normalità attraverso i piccoli gesti della vita quotidiana: rigovernare la casa, cucinare, andare a scuola e scrivere nel suo diario. Soltanto così riesce a trovare la forza per reggere, soprattutto, la violenza del padre, rimasto psicologicamente traumatizzato dal servizio militare in Afghanistan, che scarica tutta la sua “amarezza” nell'alcool.   Aspettando il ritorno della madre, di cui un tempo era tanto orgogliosa, Elena si innamora di un ragazzo, anche lui con un’infanzia mutilata alle spalle, segnata dalla guerra della Transnistria.   Tuttavia, l’unica sua consolazione è Nico, il fratello maggiore di Elena, ancora troppo piccolo per rendersi conto che nella loro casa c’è qualcosa di così terribile da essere quasi inimmaginabile: l’incesto. Diversi anni dopo la sua partenza, la madre riesce a portare i figli con sé in Italia, ed Elena trova finalmente il coraggio di svelare il doloroso segreto. Per la mamma la verità è troppo dura da accettare e vuole punire il mostro della sua casa. Ma purtroppo tra loro due si erige un muro invalicabile. Sarà la confessione della madre nella sua ultima lettera, rinvenuta dalla figlia quando ormai è troppo tardi, a guarire la ferita dell’incesto e dell’abbandono o è ancora lungo il camino verso il recupero dell’equilibrio smarrito di Elena? La risposta si trova nel diario e nella riflessione di Elena, riportato in questo romanzo.