
Acque e monti di Leonardo tra lago d'Iseo, Valcalepio e Valcamonica
Tra la fine di maggio e l’inizio di giugno del 1496 Leonardo si assenta improvvisamente da Milano abbandonando bottega, allievi, l’amico matematico frate Pacioli e tutti i lavori in corso: la decorazione dei camerini di Beatrice d’Este, la dipintura del Cenacolo alle Grazie, la scultura del grande cavallo in onore di Francesco Sforza, lo studio delle macchine volanti. L’8 giugno una lettera del cancelliere ducale, Bartolomeo Calco, informa Ludovico il Moro dello sconcerto provocato da quell’evento inaspettato e del suo tentativo, non riuscito, di sostituire Leonardo con Pietro Perugino. Leonardo rientra alla corte milanese soltanto alla fine del gennaio 1497, dopo la improvvisa morte della ventiduenne Beatrice, moglie del Moro, gravida del terzo figlio. Cosa è accaduto di tanto drammatico da indurre Leonardo ad un esilio durato 8 mesi? E in quel periodo dove è stato e cosa ha fatto? E perché rientra solo quando Beatrice non c’è più? La comparsa di scenari alpini in alcune opere di Leonardo, viste nella sua bottega a Firenze nell’aprile del 1501, è figlia delle peregrinazioni di quegli 8 mesi? Schizzi e disegni delle valli bresciane e bergamasche hanno a che fare con quei dipinti? Prendendo l’avvio da questi interrogativi il presente saggio documenta, con ampi riferimenti storici, iconografici e fotografici la genesi di alcuni tra i più importanti dipinti e disegni di Leonardo, fornendo tracce ben evidenti per approdare alla identità della modella di una delle più famose opere pittoriche della intera storia dell’arte.