
La capra di Carai : dove si narra di bestie e di uomini
Era successo che la sera del giovedì 4 ottobre 1582 il mondo era andato a dormire e s'era svegliato la mattina di venerdì 15 ottobre. Era una cosa mai vista. Era successo che il papa Gregorio XIII aveva fatto una Bolla in cui, pressapoco, diceva che - siccome il Natale era sempre lo stesso giorno del 25 di dicembre e la Pasqua, invece si calcolava in base all'equinozio di Primavera e siccome il calendario che c'era l'aveva fatto Giulio Cesare e aveva sbagliato i conti di poco o niente, ma erano sbagliati - bisognava fare un nuovo calendario ché, col tempo, quel poco o niente erano diventati dieci giorni e se si andava avanti di questo passo la Pasqua sarebbe arrivata il 24 dicembre e il Natale il 25 (che era fisso) e tanti saluti alle feste di mezzo e a tutto il resto. E poi non sarebbe stato bello far morire il Cristo il giorno prima di nascere. E allora eccoti l'invenzione del nuovo calendario. Chi sapeva far conto sul fino la cosa l'aveva capita, ma i rustici villani la cosa non l'avevano digerita subito. Innocenzo di Maggi, che era uno che lavorava facendo niente tutto il giorno e aveva tempo di pensare, aveva detto che cambiare le antiche tradizioni poteva portare alla fine del mondo, ché se uno ruba impunemente dieci giorni, prima o poi può rubare anche tutto il resto dei giorni e via con l'Apocalisse. Come lui la pensavano in tanti e si dicevano, preoccupati "Se non capita qualcosa di brutto subito, vedrai che succede l'anno prossimo".