
Il tesoro del Pavone
Calvino DeGiorgi ama raccontare storie. Non racconti fantastici, bensì tutto quanto ha vissuto in prima persona negli anni, e il nipote Tommaso ne viene sempre rapito. Ora che il ragazzo è maturo, DeGiorgi lo trasporta in un’esperienza di vita del 1981. Il teatro del racconto è un Iran post Rivoluzione, scampato all’ira degli americani per la crisi degli ostaggi, sofferente per l’embargo internazionale e morso dai danni della guerra con l’Iraq. All’interno di questo scenario drastico e cupo, DeGiorgi e alcuni suoi colleghi, con i rappresentanti di Saipem in Iran, si dovranno muovere per chiudere un contratto ai limiti del legale, con il nuovo Governo degli Ayatollah. Sono i rappresentanti di un’importante banca italiana e si trovano nella vecchia Persia per conto del Gruppo ENI, con alle spalle l’occhio attento del Governo italiano, smaniosi per la buona riuscita della proposta sul tavolo: l’acquisto di petrolio dal mercato nero, in forma di baratto, per far fronte ai pagamenti di un’opera titanica per la quale Saipem rischia di non recuperare più nulla. I presupposti non sono dei migliori.