Antonio Gramsci, segretario del Partito Comunista Italiano, nella sua opera esprime la sua invettiva nei confronti degli inetti della società, dei panciafichisti, disonesti e dei tanti "indifferenti" alle ingiustizie dell'Italia durante il primo conflitto mondiale. Gramsci si focalizza anche sulla vita a Torino sua città d'adozione, durante il conflitto, mostrando le privazioni e le difficcoltà di chi è rimasto lontano dal fronte, ma che deve soffrire la miseria di una patria in declino e sommersa dalle difficoltà.