Ferrari, mio padre
Dietro e dentro ogni mito, c'è sempre un uomo. Spesso nascosto dal fascino della leggenda. Chi era veramente Enzo Ferrari, l'italiano più famoso del Novecento, il creatore di un prodigio industriale e sportivo che ha conquistato estimatori e tifosi in ogni angolo de! pianeta? Tanti hanno cercato di dare una risposta alla domanda: adesso, per la prima volta, il figlio dei Drake di Maranello, Piero Ferrari, offre una chiave di lettura unica e definitiva. 1 è una testimonianza esclusiva: attraverso una lunga e candida conversazione con l'amico Leo Turrini, racconta vìzi privati e pubbliche virtù di un personaggio che seppe trasformare la vita in un romanzo irripetibile. Quello di Piero Ferrari è un viaggio sulle strade tortuose delia memoria. Il mito lascia spazio all'uomo, in una ricostruzione che mescola appassionatamente le gioie e i dolori, i pregi e i difetti, le imprese e le tragedie, i silenzi e le grida. Per il mondo esterno. Enzo Ferrari è come un camaleonte, un cubo di Rubik dalle mille facce. Ma. visto da vicino, nella prospettiva inimitabile del rapporto tra un figlio e un padre, è anche il genitore che non volle regalare il motorino a un bambino, è il signore che soffre di claustrofobia e che non ha mai fatto un bagno ai mare, oppure è il papà che legge le storie di «Topolino» allo scolaro che ha preso un bel voto alle elementari. Fra cronaca e storia, le confessioni di Piero Ferrari mischiano nomi famosi e gente anonima. Benito Mussolini ed Enrico Berlinguer transitano sullo stesso percorso esistenziale frequentato dai meccanici della Rossa. Gian-ni Agnelli e Luca Cordero di Montezemolo camminano simbolicamente accanto a partigiani della Resistenza e a operai del Reparto Corse.